Banner ADV

martedì 30 agosto 2016

“NON HANNO PROTETTO LA BOSCHI DAI TRUFFATI DI BANCA ETRURIA”: PREFETTO E QUESTORE CACCIATI DA RENZI. COME IN COREA DEL NORD


Se tocchi la famiglia Boschi finisci male. Lo strano valzer di poltrone che si sta consumando in questi giorni ad Arezzo ha un po’ l’ aria di una minaccia. Più che il suono di un valzer, infatti, ha il boato di un terremoto. Secondo attendibili fonti di polizia, che però vogliono restare riservate, sarebbero bastate alcune manifestazioni dei risparmiatori truffati dalla vecchia Banca Etruria per mettere in agitazione i vertici delle forze dell’ ordine e non solo.
Ordini arrivati direttamente da Palazzo Chigi a quanto dicono in città, e che avrebbero richiesto il trasferimento immediato dei massimi dirigenti di questura e prefettura. Spostamenti a dir poco sospetti per tempi e procedure.
Iniziando con la prefettura, la dottoressa Alessandra Guidi, 56 anni, arrivata ad Arezzo appena un anno fa, l’ 11 giugno 2015, e con una lunga ed encomiabile carriera alle spalle, sta già facendo le valigie, nonostante il buon lavoro svolto in questo anno. Dal 1º di settembre è già pronto per lei un altro incarico in un’ altra destinazione. Nominata a capo della segreteria del ministero dell’ Interno nonché prefetto dal governo Monti e capo segreteria del ministro della Giustizia dal governo Letta, appena è arrivato Matteo Renzi a governare, è stata nominata presidente del comitato di coordinamento per la vigilanza antimafia sulle grandi opere.
Finita poi ad Arezzo adesso è già in partenza. Al suo posto il consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’ Interno Angelino Alfano, invierà un’ altra donna, Clara Vaccaro, messinese, 54 anni, numero due di Franco Gabrielli alla prefettura di Roma e sub commissario al Campidoglio col commissario Francesco Paolo Tronca dove si occupava della gestione dei campi rom.
Poi c’ è il caso del questore della città della Giostra. Il dottor Enrico Moja, questore della provincia di Arezzo dal 1º giugno 2013, e prossimo alla pensione, anche lui con alle spalle una lunga e prestigiosa carriera nella polizia, sta per essere rimosso sempre dal 1º di settembre. Moja è stato destinato alla Lombardia dove dirigerà la polizia di frontiera.

Mandato al confino, insomma. Al suo posto arriva direttamente da Roma Bruno Failla, noto all’ Olimpico per aver gestito l’ ordine pubblico, nomina di competenza del capo della polizia Alessandro Pansa, anche lui uomo di fiducia del governo. Tutto questo, evidentemente, per non aver saputo difendere in maniera adeguata, secondo Renzi, la casa della famiglia del ministro Maria Elena Boschi quando l’ Associazione Vittime del Salva Banche organizzò, domenica 28 febbraio 2016, un sit-in pacifico davanti alla villetta di Laterina di babbo Pier Luigi al quale parteciparono 300 persone.

Non solo le proteste alla ministra non sono gradite, vedi le ultime a Piombino e Pistoia finite nella polemica politica, ma chi si macchia della colpa di autorizzare simili manifestazioni che riescono poi anche a lambire l’ abitazione di Maria Elena, rischia addirittura il posto. Stessa sorte è quella che starebbe per capitare al comandante della compagnia dei carabinieri di San Giovanni Valdarno, il giovane capitano Angela Pepe, arrivata nell’ aretino nel settembre 2014. Anche per lei è in arrivo un inaspettato trasferimento.

«Linciaggio? lamenta la presidente dell’ Associazione Vittime del Salva Banche, Letizia Giorgianni – Quale linciaggio, siamo noi gli unici linciati qui, e questi strani trasferimenti di massa del questore, del prefetto, del comandante dei carabinieri, dimostrano che quella di Renzi non è una democrazia ma una dittatura, la stessa che sta mettendo in atto Erdogan in Turchia, dove chi non la pensa come il governo, viene fatto sparire». Perché da ora in poi chi tocca i Boschi finisce molto male.

fonte: dagospia.com

Nessun commento:

Posta un commento