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martedì 22 novembre 2016

Referendum, che cosa cambia se vince il "Sì" e cosa succede se vince il "No"


Referendum, che cosa cambia se vince il "Sì" e cosa succede se vince il "No"
Cosa succede al governo se dovesse vincere il No al referendum? "Lo scopriremo solo vivendo".Cita Lucio Battisi Matteo Renzi presentando a Palazzo Chigi i risultati dei Mille giorni dell'esecutivo. "Ove i cittadini bocciassero queste riforme, verificheremo la situazione politica" ha chiarito il presidente del Consiglio, ma quali sono davvero gli scenari? 

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SE VINCE IL SI': RENZI LEADERISSIMO. In caso di vittoria del Sì entra in vigore la Riforma Boschi mentre Renzi resterebbe al governo e al vertice del Pd acquistando ancora più forza nei confronti della minoranza democratica che invece si è apertamente dichiarata per il No. In tempi molto rapidi si registrerebbe un rimpasto nel governo per renderlo meno evanescente e più adatto ad affrontare le elezioni politiche. E all’inizio del 2017 si celebrerebbe il congresso del Pd e si accelererebbero le dinamiche che porterebbero a una scissione ormai in embrione.

Inoltre l'asse con il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano e con Alleanza popolare di Denis Verdini ne risulterebbe rafforzato, mentre considerate le divisioni del centrodestra, alla fine i tre poli si ridurrebbero a due: il partito di Renzi e il M5S sempre più partito anti-sistema.

SE VINCE IL NO: NUOVA LEGGE ELETTORALE. Nel caso invece di una vittoria del "No" Renzi lasciarebbe veramente Palazzo Chigi? "Se si tratta di galleggiare, io non ci sto" ha detto in più occasioni il presidente del Consiglio lasciando intravvedere spiragli per elezioni anticipate, ma se la scadenza della legislatura resterà quella naturale, il 2018,  lo si potrà capire solo dagli scenari politici che si otterranno ad urne chiuse, in base all'affluenza e alle percentuali che otterranno i Sì e i No.

Il Referendum diventa così un test per il Governo benché il presidente del Consiglio abbia più volte ammesso di aver sbagliato a personalizzare la consultazione: ora i detrattori del premier sono concordi nell'affermare che il destino politico di Renzi è legato alla riforma. Se con il No è probabile ma non certo che Renzi lasci palazzo Chigi, escluso è invece che lasci la guida del Pd: servirà infatti una nuova legge elettorale, visto che l’Italicum è pensato per la sola Camera dei Deputati.

Niente "governicchi", ma tanti sono i candidati per un esecutivo-ponte che abbia il solo indirizzo di approntare una legge elettorale. Sciogliere le Camere e indire nuove elezioni è prerogativa del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che dovrà tenere conto delle opinoni dei gruppi parlamentari che saliranno in Quirinale per le consultazioni dopo le eventuali dimissioni di Renzi. I numeri per un governo di scopo potrebbero dunque convergere verso un Renzi bis, di fatto commissariato dal Colle, o un governo dal profilo più istituzionale.

"Lo spread non deve fare paura: con il referendum l'Italia torna alla guida della Ue" 

Su tutto pesa l'incertezza dei mercati che potrebbero "pressare" per una veloce crisi di Governo: Confindustria a giugno, ha fatto fare una proiezione al suo ufficio studi: per gli industriali "con il No l’Italia ripiomberebbe in recessione". L'attenzione va infine allo spread, con l'indice in salita già da settimane. Quello su cui però molti commentatori e analisti concordano è che l'indebolimento del governo potrebbe spaventare gli investitori.




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